Collezionare libri

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 Può sembrare un po’ antiquato ma in Italia, e nel mondo, ci sono ancora tanti collezionisti di libri. Diceva Pennac “ Il Tempo per leggere come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere” e sono in molti a credere che leggendo si possano vivere tante vite, tante avventure, viaggi e quindi il quotidiano sia più sopportabile.

 

Collezionisti di libri

 

Collezionare libri è una scelta che fanno sempre più persone, ovviamente chi può permettersi edizioni rare, con rilegatura di qualità, copia autografata dall’autore, opta per questa scelta, ma sono in tanti a preferire le edizioni economiche che consentono di riempire la libreria con tanti libri senza spendere un patrimonio. Di certo non ha questo problema Karl Lagerfeld , stilista dell’impero Chanel, che possiede oltre 300.000 volumi e per recuperare spazio ha imparato a posizionarli in orizzontale e non in verticale, abitudine che forse farà inorridire i più classici collezionisti di libri che amano metterli in ordine, magari per autore, per altezza o secondo i criteri più bislacchi. Un altro mito che amava collezionare libri era Michael Jackson che possedeva oltre 10.000 libri custoditi a Neverland. Si sa ogni collezionista si contraddistingue per una particolarità e nel caso del cantante pop vi erano le note scritte di suo pugno a margine dei libri. Tra i collezionisti di libri più famosi vi sono anche il regista George Lucas e Winston Churcill. A ben vedere si tratta sempre di persone molto creative, resta da capire se la creatività è una dote che porta a collezionare libri, o collezionare libri porta a diventare creativi.

 

Come nasce la passione per i libri

 

La passione per i libri solitamente nasce da piccoli, sono proprio i soggetti con più fantasia, per persone più indipendenti, a sentire il bisogno di chiedere ai genitori più libri.
Sono loro che passano le ore incuriositi nella libreria di mamma e papà e provano una vera attrazione per la carta stampata. Molto importante è poi incontrare persone giuste sul proprio cammino, quindi genitori che comprendono tale passione e non fanno mancare nutrimento per questa passione, insegnanti che fanno della lettura un gesto quotidiano e soprattutto non sterile.

 

Leggere o collezionare libri?

 

Ma collezionare libri vuol dire leggerli? In realtà non sempre è così, gli amanti dei libri sono affascinati da titoli, recensioni, nomi degli scrittori, ma poi in alcuni casi a causa del tempo ristretto non riescono a leggerli tutti. C’è addirittura chi ha fatto un calcolo di quanti libri si possano leggere in una vita, partendo dal presupposto che un anno è formato da 52 settimane, che in media si vive ottant’anni, ma di certo nei primi anni non si legge, se anche si leggesse un libro a settimana la cifra totale sarebbe di 4000 libri. È considerato un buon lettore anche chi legge un libro al mese, meno di mille quindi nell’arco della vita. Un numero molto inferiore rispetto a quelli che abbiamo visti in precedenza.

Proprio per questo abbiamo sentito di di libri appare esperto, per sentire il loro parere sul fatto di collezionare testi letterari. Abbiamo interrogato lo staff della casa editrice di Rubettino.it che ci hanno spiegato, con molta chiarezza, come collezionare libri sia più una scelta di acquisto compulsivo (si parla infatti di hoarding), e non di acquisto finalizzato alla lettura.
Secondo questo portale letterario il vero collezionista, non sempre lettore, spesso cerca edizioni limitate o libri antichi e cerca di avere una valutazione economica dei libri. Si tratta in questo caso di una scelta di élite riservata a chi ha reali possibilità economiche. D’altronde Umberto Eco stesso sosteneva: «Il bibliofilo è esposto all’insidia dell’imbecille che ti entra in casa, vede tutti quegli scaffali, e pronuncia: “Quanti libri! Li ha letti tutti?”»

Deve essere anche sottolineato che in passato collezionare libri non era considerata un’attività lodevole. Durante l’Illuminismo si riteneva che tale attività distoglieva dalla lettura coloro che erano realmente interessati ai titoli, quindi chi accumulava libri che poi non leggeva o non riusciva a leggere per questioni di tempo, distoglieva dalla lettura chi era interessato realmente

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