Perché scegliere l’abbigliamento bio per i propri bambini

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Perché scegliere l’abbigliamento bio per i propri bambini

Scegliere l’abbigliamento bio per i propri bambini vuol dire compiere una scelta che non è solo rispettosa dell’ambiente che ci circonda, ma che garantisce anche ai piccoli il massimo del comfort, in virtù di tessuti naturali che non possono causare allergie o irritazioni. A livello sociale, la produzione di tessuti e di vestiti biologici si traduce in un impatto ambientale contenuto, dal momento che vengono consumate quantità inferiori di energia e di acqua, risorse che in molti Paesi del mondo sono più scarse di quel che si potrebbe immaginare. Non solo: il ricorso a materie prime naturali comporta l’affidabilità di una filiera che è garantita e rintracciabile, poiché connessa con le tecniche dell’agricoltura biologica.

Quest’ultima, a sua volta, si fonda sul divieto di usare sostanze sintetizzate che si potrebbero rivelare pericolose per la salute umana, o comunque tossiche: è ciò che avviene con la sabbiatura dei jeans o con gli ftalati. I capi di abbigliamento biologico, inoltre, sono caratterizzati da standard di qualità più elevati, a tutela della pelle dei bambini: tra le altre doti, vale la pena di mettere in evidenza la loro capacità di resistere ai lavaggi e allo sfregamento, ma anche la loro traspirabilità e il rispetto di parametri di restringimento specifici.

Per ciò che concerne il tessile biologico, il più diffuso standard internazionale è il GOTS, acronimo di Global Organic Textile Standard, il cui marchio è presente sui capi intimi e sui vestiti bio. Chi vuol avere la sicurezza di vestire i propri figli solo con indumenti di qualità può ricercare il logo relativo; per altro è disponibile anche un database internazionale attraverso il quale è possibile controllare online se si ha a che fare con prodotti certificati o meno. L’etichetta relativa al biologico indica che per la realizzazione di un dato indumento sono state usate fibre biologiche certificate per non meno del 95%, il che vuol dire che le fibre sintetiche non biologiche sono presenti in misura inferiore al 5%.

Un’altra etichetta che è bene prendere in considerazione è quella che recita “fatto con X% biologico”, e che indica la percentuale precisa di fibre biologiche e certificate, fermo restando che le fibre sintetiche negli indumenti bio non possono superare il 10%. Esse possono arrivare al 25% unicamente nel caso degli indumenti sportivi, dei leggings e delle calze. Insomma, vestire bio fa bene all’ambiente, all’economia, alle persone che lavorano nel settore delle coltivazioni e soprattutto al proprio organismo e alla propria pelle

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